Ci sono virus che infettano unicamente gli animali (che possono ammalare o no), altri specifici dell’uomo, altri ancora che, in varianti diverse ma simili, colpiscono animali e uomo, ad esempio quelli del vaiolo vaccino e del vaiolo umano, malattie di gravità ben diversa. Le “barriere” di specie non vengono tuttavia rispettate rigorosamente e può succedere che alcuni virus mutati sconfinino migrando dall’animale (che può ammalare o ospitarli senza danno) per poi aggredire l’uomo che invece si ammala. È successo così per il virus responsabile della SARS (Sindrome Acuta Respiratoria Severa) una polmonite contrassegnata da mortalità variabile dal 7 al 15%, a seconda dell’area geografica. La SARS, esordita in Cina nel 2002, è stata identificata nel 2003 dall’Italiano Carlo Urbani di MSF, deceduto egli stesso studiando questo RNA-coronavirus (motivo per cui nel 2004 gli ho dedicato il libro “Placebo e dintorni”, poca cosa rispetto al Nobel per la Pace poi conferitogli). Probabili ma non unici serbatoi del virus risultavano essere zibellini e pipistrelli cinesi. Migrato all’uomo il contagio del virus avveniva poi direttamente da paziente a paziente o tramite altri animali portatori, più o meno domestici, presenti nei mercati cinesi. Analoga migrazione di specie è avvenuta per il virus dell’immunodeficienza umana HIV. Più precisamente l’HIV-1 deriverebbe dalla mutazione di un virus dello scimpanze, mentre l’HIV-2 deriverebbe da un virus mutato di altre scimmie dall’Africa centro-equatoriale. Recentissimamente dei microbiologi italiani hanno scoperto l’esistenza di un altro virus ancora sconosciuto chiamato MERS-CoV, i cui vettori principali sembrano essere pipistrelli e camelidi, capace di migrare dall’animale all’uomo e di causare la “Sindrome Respiratoria Medio-Orientale” (MERS), polmonite penalizzata da una mortalità che sfiora il 50%, quindi ben  più grave della SARS. Dal 2013 i casi di MERS hanno superato il migliaio (recentissimo un focolaio epidemico in Corea). Anche il MERS-CoV è un coronavirus, simile a quello più benevolo che causa raffreddori e lievi tracheobronchiti. Comparso la prima volta in Arabia Saudita, il  nuovo virus  si è poi diffuso nel Medio Oriente grazie alla migrazione di coloro che fuggono numerosi da quelle aree e/o a viaggiatori provenienti dal medio Oriente o che hanno avuto contatti con persone arrivate comunque da quei territori. Il contagio da uomo a uomo avviene attraverso secrezioni emesse con starnuti o con la tosse, mentre un ruolo secondario hanno feci e urine degli infettati. Nell’arginare urgentemente (ma in modo civile!) il fenomeno inarrestabile dell’immigrazione sarebbe anche auspicabile che Europa, ONU e OMS avessero ben presente un malattia, come la MERS, per cui muore un paziente su due. La tragedia umanitaria dell’immigrazione potrebbe infatti diventare anche un problema sanitario per tutti e non solo per i migranti. Nel caso di un diffondersi epidemico della MERS interventi tardivi come quelli che si sono registrati per la SARS (e unicamente per ragioni politiche!) potrebbero avere conseguenze drammatiche. La miopia politica così tangibile in particolare negli ultimi tempi spingerebbe al pessimismo, ma a salvarci rimane l’ottimismo della volontà.

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