Salvo eccezioni, le demenze senili (DS) sono registrabili maggiormente a partire dai 70 anni, con un picco ulteriore di “incidenza” (= “nuovi casi” in un definito arco temporale). Negli over 85 ne è affetto il 30-35% dei soggetti per un totale di 80 mila casi ogni anno. La prevalenza (=”casi” presenti in un dato periodo) è maggiore nel sesso femminile forse causata da fattori ormonali ma forse favorita anche da quotidiane mansioni domestiche meno…stimolanti. Problematico a volte è distinguere tra una demenza vera e un deficit cognitivo lieve noto in inglese come “Mild Cognitive Impairment”, il quale si manifesta soprattutto con un peggioramento della memoria (variabile per altro tra un soggetto e l’altro), ma non delle attività quotidiane. In precedenza abbiamo trattato altri aspetti clinici delle demenze senili, morbo di Alzheimer incluso, ma ora ci soffermeremo soprattutto sui fattori di rischio accertati o presunti. Alcuni tra questi non sono modificabili in alcun modo, mentre su altri si può cercare parzialmente di intervenire. Tra gli immodificabili, già lo si è detto, troviamo in primo luogo l’età avanzata (è ovvio che invecchi in modo varabile anche il cervello!) e il genere: nelle donne infatti la frequenza è quasi doppia. Viene poi l’etnia: negli USA, dove il confronto inter-etnico è più agevole, risulta che un rischio maggiore lo corrono afro-americani e ispanici, benché sia difficile escludere in questi sottogruppi, più che nei caucasici, l’influenza di diverse abitudini alimentari e professionali come pure di abusi. Immodificabile anche il corredo cromosomico: ad es. nei gemelli, sia monozigoti che dizigoti, in cui sia presente la variante ε4 del gene ApoE, l’Alzheimer è 3 volte più frequente che nelle altre demenze. Lo stesso dicasi per le sindromi cosiddette “progeroidi”, malattie rare che causano un precoce invecchiamento globale e riducono così l’aspettativa di vita (esse includono pure la sindrome di Down). Altro fattore immodificabile è la presenza di amiloidosi a livello cerebrale. Fattori modificabili, previa attiva prevenzione, comprendono invece malattie piuttosto comuni ad andamento oscillante se non trattate, efficaci tanto più quanto più precoce è il loro riconoscimento. In primo luogo comprendono il diabete mellito e l’ipertensione arteriosa che influenza l’afflusso cerebrale di sangue. Segue la sedentarietà la quale si associa non di rado all’obesità e alla dislipidemia (aumento nel sangue del colesterolo e dei trigliceridi). Anche il fumo favorisce la demenza senile, nonostante non manchino esempi di individui “orgogliosi” di mostrarsi accaniti fumatori (come il 93enne Andrea Camilleri -1925-2019). Idem per l’abuso alcolico. Infine, i traumi cranici ripetuti non rari in atleti dediti a sport di contatto (football americano, rugby, calciatori che abbondano nei colpi di testa, pugili).

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