La tosse è un sintomo che in inverno spesso accompagna infezioni di natura per lo più virale quali raffreddore, influenza, sinusite o bronchite acuta. Il disturbo è dovuto allo stimolo esercitato dagli agenti infettivi su recettori presenti in laringe e nel tratto tracheo-bronchiale. Tramite il nervo vago essi inviano al centro della tosse, situato nel bulbo encefalico l’informazione che nelle vie respiratorie c’è qualcosa che “irrita” (muco eccessivo e/o inquinanti provenenti dall’esterno). In risposta, il cervello manda per via nervosa l’ordine di far contrarre i muscoli respiratori per liberarsi degli “intrusi” tramite la tosse. Solo talora questa dipende pure da un’abnorme sensibilità individuale a stimoli anche minimi (tosse psicogena). E dunque la tosse costituisce di per sé una reazione difensiva utile, atta a liberare le vie respiratorie dal catarro che ha già incamerato particelle estranee ed eventuali agenti infettivi. Purtroppo, talora essa diventa così fastidiosa da disturbare anche il sonno notturno per cui chi ne soffre si rivolge al curante, o più spesso al farmacista, chiedendo un rimedio che attenui prontamente tale tormento. Di questo frequente sintomo stagionale se ne sono occupate di recente pure alcune organizzazioni di consumatori in quanto la pubblicità delle aziende a favore di sciroppi emollienti ed espettoranti anti-tosse o di altri “bechici” (= agenti che diminuiscono l’eccitabilità del centro bulbare della tosse) è particolarmente vivace, sorvolando sul fatto che:1) Il sintomo passa anche da solo; 2) L’efficacia e la supremazia di un antitosse sull’altro (sia “mucolitico” per tosse grassa che “sedativo” per quella secca) sono ipotetiche e non suffragate da studi controllati convincenti, ciò che suggerirebbe al paziente di scegliere il preparato meno costoso; 3) Pure per altre direttive non farmacologiche diverse dagli antitosse mancano conferme d’efficacia supportate da studi controllati. Alcuni pazienti riferiscono qualche giovamento ricorrendo a espedienti vari (umidificare l’ambiente, bere in abbondanza, suffumigi con acqua tepida, caramelle da succhiare), anch’essi peraltro di efficacia non ben quantificata. Queste direttive si basano pertanto su tradizioni o su esperienze aneddotiche alimentanti la speranza “che la cura serva a qualcosa”. Fa eccezione l’assunzione del miele che, specie se sciolto in bevande calde, sembra davvero calmare la tosse riducendo l’infiammazione della gola. La sua efficacia sedativa sarebbe pari a quella del “destrometorfano” presente in molti sciroppi. Tuttavia, esso è controindicato nei bambini con meno di 1 anno per il rischio di essere stato contaminato con spore di “Clostridium botulinum” fonte di severe conseguenze neurotossiche. Pure i farmaci mucolitici sono controindicati sotto i 2 anni e vanno in ogni modo usati solo per pochi giorni. Meglio evitare il fai date.

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